Tiktok e la ‘guerra’ tra Cina e Usa: ecco come è stato usato per lanciare il contrattacco ai dazi di Trump

Sfruttare TikTok per ‘vendicarsi’ di Donald Trump e dei dazi imposti: cosa sta facendo la Cina in queste ore sui social network

Negli ultimi mesi di TikTok si è parlato in merito al rischio ban negli Stati Uniti: in queste ore invece si è tornati a parlare del famoso social network per un’altra ragione legata, questa volta, ai dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Tutto in seguito ad una decisione della Cina, Paese ad oggi duramente colpito dalle extra tasse stabilite da Trump ma che non ha nessuna intenzione di rimanere a guardare.

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Dazi, la decisione della Cina su TikTok ‘contro’ Trump (sololive.it / Fonte Ansa)

E se da un lato è già arrivata la risposta al numero uno degli Usa con una serie di imponenti controdazi, dall’altra il famoso social asiatico è divenuto, a sua volta, terreno di battaglia, luogo di ‘vendetta’ contro i dazi. Scopriamo in che modo e che cosa, nel concreto, sta succedendo.

Vendetta contro i dazi su TikTok: cosa sta accadendo sul famoso social asiatico

La Cina ha dunque deciso di sferrare un contrattacco a Donald Trump mediante TikTok e lo ha fatto con una strategia finalizzata a rendere virali determinati video pensati per promettere di svelare, a chi li guarda, i ‘segreti’ del mercato del lusso. L’ondata di video riversati sui social sta sollevando una fitta serie di interrogativi legati, nello specifico, alla trasparenza dell’industria del lusso. Dietro alla strategia di contrattacco su TikTok vi sono titolari di aziende ma anche influencer e operai cinesi i quali sostengono che numerosi prodotti di brand rinomati, sia del lusso che di più ampia diffusione, vengano realizzati proprio nelle fabbriche che si occupano anche della produzione di marchi meno conosciuti.

Donald Trump firma legge
I video contro i brand di moda sono diventati virali su Tiktok (sololive.it / Fonte Ansa)

É sufficiente digitare China nella barra di ricerche oppure cercare le pubblicazioni sotto l’hashtag #chinamanufacturer per rendersi conto della viralità del fenomeno in atto. Sono decine di migliaia le pubblicazioni video dei creator a riguardo, all’interno delle quali vengono elencati i nomi delle fabbriche allo scopo di invogliare i consumatori a non acquistare dal brand da direttamente dai produttori. In questo modo i produttori cinesi stanno reagendo ai dazi che Donald Trump ha imposto alla Cina, raccontando come le aziende cinesi rappresentino una parte concreta della filiera dei più importanti marchi del settore della moda.

Su alcuni specifici account vi sono accuse rivolte a marchi italiani e francesi in merito a quella, chiaramente non confermata, che a detta di alcuni produttori cinesi sarebbe una menzogna: ovvero mentire in merito alla provenienza dei loro prodotti. E arrivando addirittura a sostenere che l’80% delle borse di lusso venga di fatto prodotto in Cina. Se da un lato gli esperti del settore ritengono che i prodotti mostrati in molti di questi video non siano altro che merce contraffatta, i commenti a corredo dei filmati raccontano di utenti che stanno di fatto mostrando solidarietà e supporto, credendo a ciò che vedono. E dicendosi pronti ad acquistare borse o altri prodotti dai produttori cinesi: la mossa virale che molti tiktoker hanno messo in atto avrebbe dunque sortito i suoi effetti.

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